lunedì 27 maggio 2013

Piccola storia del Melodramma: Capitolo XXII, Bellini

Vincenzo Bellini nasce a Catania nel 1801 in un famiglia di musicisti che lo mandò presto a studiare nella città della musica: Napoli. Bellini era un ragazzo di grande avvenenza fisica ma irascibile e permaloso ma essendo anche dotato di una musicalità eccezionale riuscì comunque ad imporsi nel panorama artistico partenopeo a dispetto del carattere. La sua carriera è fulminea, a 25 anni con Bianca e Gernando conquista il pubblico del San Carlo e Domenico Barbaja lo giudica pronto per Milano. Tra Milano e Venezia mieterà un successo dietro l’altro con La straniera, I Capuleti e i Montecchi, La sonnambula e Norma, tutti su libretti di Felice Romani. A trent’anni potrebbe essere un uomo realizzato e felice se non fosse per un grande cruccio: i successi di Gaetano Donizzetti, per i quali soffre moltissimo. Tra l’altro Donizzetti è già stato chiamato a Parigi e Bellini insiste tanto con Rossini per essere invitato anche lui al Theatre des Italiennes che il buon Gioachino acconsente. E, in realtà, fa benissimo, perché I Puritani è un successo clamoroso. Bellini è l’uomo del giorno, Parigi è ai suoi piedi, si attende la nuova Opera con ansia. E qui arriva il mistero della tragica fine. Subito dopo il succeso dei Puritani, Bellini ha preso a frequentare una coppia: lui è un sedicente banchiere, forse ebreo, che si fa chiamare Samuel Lewis, lei, la moglie, è una donna bellissima, molto più giovane del marito. Bellini va ad abitare nella loro villa di Puteaux e non dà più notizie di sé, quasi fosse sequestrato. In città si spargono notizie allarmanti, pare sia stato ferito in un duello, forse è fuggito in Italia con la signora Lewis. Rossini, che si sente responsabile del giovane, va a cercarlo alla villa e lì, il 23 settembre del 1835 lo trova morto in un letto. Dei coniugi Lewis nessuna traccia, e nemmeno del denaro che Bellini doveva avere con sé. Rossini chiede l’autopsia che però non viene concessa, la salma viene inumata nel cimitero Père Lachaise di Parigi da dove, 40 anni dopo, sarà traslata nel Duomo di Catania. Il mistero della morte di Bellini rimane insoluto. Quando la notizia della scomparsa del musicista si sparge, Getano Donizetti, che invece non si è mai considerato rivale di Bellini, scriverà per lui una splendida Messa da Requiem. Bellini, muore a 34 anni lasciandoci 11 opere e il rimpianto per quello che ancora avrebbe potuto fare.

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