lunedì 15 aprile 2013

Piccola storia del Melodramma - Capitolo I, prima

Quando nasce il melodramma?

Prima di dare date precise stabiliamo il periodo storico: il Melodramma nasce tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, quindi, artisticamente, tra “rinascimento” e “barocco”. Gli storici della musica sono invece divisi sulla data esatta, e con giuste e argomentate motivazioni. In realtà gli storici hanno l’ingrato compito di riordinare gli eventi per date ed etichette “a posteriori”. Immaginiamo un nostro ipotetico antenato che si svegli la mattina del 12 ottobre 1492, evidentemente non sa di essere andato a dormire nel basso medioevo e di essersi svegliato nell’età moderna. Così la nascita del melodramma non ha un solo e individuabile punto d’inizio, ma è assolutamente graduale, va per approssimazioni, e non può prescindere dalla situazione musicale precedente. Esaminiamola, dunque, la situazione della musica cantata pre-melodramma. 
Nell’ultimo quarto del XVI secolo i generi musicali “progenitori” dell’opera lirica sono tutti polifonici, cioè a più voci, e divisi tra “sacri” e “profani”.

Nel Genere sacro troviamo:
Le Messe, naturalmente, canti liturgici in cui eccelle Giovanni Pierluigi di Sante detto Il Palestrina;
Gli Improperi, che, a dispetto del titolo non proprio sacro, sono delle cantate a più voci eseguite la settimana santa su testi tratti dall’invettiva di Gesù contro i mercanti del Tempio;
La Corale, cantata sacra e, ovviamente per coro, in lingua tedesca e non in latino, concepita da Lutero in persona per la consapevole partecipazione dei fedeli al rito riformato. L’autore più celebre fu Joannes Walter;
L’Oratorio, spettacolo teatrale senza azione scenica avente come protagonisti personaggi astratti quali La Speranza, La Carità, Il Bene e il Male. Iniziatore del genere fu nientemeno che San Filippo Neri, in verità allora non ancora Santo, che concepì l’oratorio in pieno clima di controriforma, come sorta di divulgazione popolare religiosa, autentica risposta alla corale protestante;
Il Genere profano vede invece:
Le Frottole cantate polifoniche di argomento amorose, cugine prime delle Villanelle, di uguale ispirazione ma in dialetto napoletano;
Il Madrigale, su testi di autori importanti quali Tasso, Petrarca e Ariosto, eseguito in origine da cinque fino a otto voci accompagnate da strumenti a corde, che tende, dalla fine del ‘500, alla monodia, proponendosi come antenato della moderna canzone;
Infine gli Intermezzi, eseguiti negli intervalli degli spettacoli teatrali di prosa e quasi sempre a tema mitologico, che servivano, insieme ai balletti che li accompagnavano a rilassare lo spettatore.

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