Alessandro
Stradella, era un uomo bellissimo e lo si può considerare sicuramente il primo esempio
nel mondo dell'Opera di autore “maledetto” e talento dissipato, tipologia che ha avuto, purtroppo, numerosi epigoni. Nato a Nepi nel 1639, studia a Roma
specializzandosi in canto e musica sacra. Per alcuni critici è il vero inventore del
Concerto Grosso, termine usato però per la prima volta da Corelli. Nel 1667 lo troviamo a
Venezia,dopo esser fuggito rocambolescamente da Roma a causa delle sue scandalose
relazioni amorose con la moglie di un nobile. A Venezia trova lavoro come cantante e compositore al teatro San Zanipolo. Un nobile veneziano, rimasto
anonimo, lo ingaggiò per dare lezioni di canto all’amante, non sapendo
evidentemente con chi aveva a che fare. Stradella si innamorò della donna ricambiato e i due
fuggirono insieme a Roma. Il nobile, estremamente geloso, ingaggiò per 300
pistole (moneta estremamente adatta all'uopo), due sicari, che lo trovarono in San Giovanni in Laterano, mentre
cantava in un oratorio. La leggenda vuole che i due, impressionati e commossi
dalla voce dello Stradella, lo avvicinassero a fine serata, non già per ammazzarlo,
ma per avvisarlo del pericolo incombente. I sicari tornarono a Venezia
riferendo di non averlo trovato, mentre Stradella con la giovane Hortensia,
intanto diventata sue moglie, scappò la sera stessa con destinazione Torino.
La drammatica vicenda ha un finale genovese. Nel 1678 il musicista è infatti
chiamato a Genova per allestire al Teatro Falcone la Forza dell’amor paterno. E’ un grande successo ma è anche la sua
sentenza di morte: l’eco del successo giunge a Venezia, il nobile (cui va riconosciuta una certa tenacia, sono passati dieci anni dal tradimento...) assolda
nuovamente dei sicari, questa volta verosimilmente meno sensibili all’arte che raggiungono
Stradella a Genova, sorprendendolo nella sua casa di Via Ponte Reale la notte del 25 febbraio 1682. Hortensia cade
subito sotti i colpi di pugnale mentre Stradella, ferito a morte, esce in strada e
cerca di rifugiarsi nella chiesa di San Pietro a Banchi per
chiedere asilo. Viene raggiunto dai suoi assasini e finito sulla scalinata del sagrato. La vicenda è talmente adatta ad un opera che diverrà
soggetto di ben tre allestimenti, il più famoso dei quali è quello di Von Flutow Alessandro Stradella del 1844.
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