domenica 21 aprile 2013

Piccola storia del Melodramma - Capitolo V: un fiorentino alla Corte di Francia

Giovan Battista Lulli nasce a Firenze, figlio di un garzone di mugnaio. Come divenne il più importatnte musicista di Francia del diciassettesimo secolo ha del fantastico. Intorno al 1640 Mademoiselle de Montpensier è una delle donne più potenti di Francia. Figlia del fratello di Luigi XIII, nubile (è detta la Grand Mademoiselle, assai più gradevole di zitellona) è donna di rara bruttezza ma colta e raffinata, con un salotto frequentato dalla migliore nobiltà di Francia. Quando sa che il suo amico Chevalier de Guise si deve recare in Italia per conto del Re, lo prega di portargli un bambino italiano, "se ne troverà di graziosi", con la stessa non chalance con cui noi oggi chiederemmo di portarci dei Gianduiotti a chi va a Torino… 
Il cavaliere di Guisa torna con il giovane Lulli, verosimilmente cedutogli per denaro dal padre. 
Il ragazzino non è evidentemente abbastanza jolie per la Signora e viene mandato a fare lo sguattero nelle cucine. Un approccio alla vita di questo tipo a10 anni, senza famiglia e in un paese straniero, in uno stato a metà tra Cenerentola e Oliver Twist, sembrerebbe il prologo di una tragedia. Invece sarà la Francia a dover fare i conti col figlio del mugnaio di Firenze. Il ragazzo non si perde d’animo e, appena può, si diletta di musica percuotendo pentole di varie dimensioni con i mestoli, ottenendo melodie a mo’ di carillon. Più che dai cuochi viene apprezzato dal Conte di Nogeant, che lo segnala alla padrona di casa, la quale lo riammette negli appartamenti e lo fa studiare musica. Eccelle subito col violoncello e con il clavicembalo, ma lo spirito toscano lo tradisce immediatamente, una sua composizione che prende pesantemente in giro la Grand Mademoiselle ha grande successo presso le maestranze di casa sì da giungere alle orecchie della signora stessa che lo caccia via. 
Ci penserà il suo protettore Nogeant a presentarlo all’orchestra di Corte, dove troverà subito il modo di mettersi in luce fondando il gruppo detto dei “Petits violons” per cui scrive musiche tanto originali da destare l’ineresse niente meno che del Re Luigi XIV, che lo invita ad esibirsi alla sua presenza. 
A corte, tra nobili intriganti che non vedono di buon occhio il successo dello scugnizzo italiano, Lulli trova un alleato inaspettato, il potentissimo Cardinale Mazzarino, che, non dimentico delle origini italiane, lo prende sotto protezione, facendolo collaborare al Xerse di Cavalli, in occasione delle nozze del Re Sole e facendolo nominare addirittura Sovrintendente Reale della Musica all’età di nemmeno 30 anni. 
Gli viene anche messo a disposizione un teatro nuovo, quello di Rue Vaugirard, in cui vanno in scena solo opere italiane, perché Lulli sotiene che la lingua francese non sia adatta ad esprimere sentimenti in musica. Nel 1673 c’è però l’incontro col poeta Philiipe Quinault che gli fa cambiare radicalmente opinione. I due pare siano fatti apposta per lavorare in coppia, Quinault gli legge i versi e Lulli, al clavicembalo, li veste di melodia: è nata l’opera lirica francese. La prima è Cadmo ed Ermione a cui faranno seguito altri 12 lavori, tutti di ispirazione mitologica e tutti di concezione ampiamente spettacolare: la struttura è in 5 atti, costumi e macchine sceniche sontuosamente barocchi, e l’orchestra è grande e prevede gli archi a sezioni così come i fiati, nonché un gran coro, curato direttamente da Lulli.

All’apice della carriera, quasi per omaggio alla nazione adottiva che gli ha dato tanto, diventa francese, modificando con una y finale, anche la grafia del nome.

Il padre indiscusso dell’opera francese scompare repentinamente all’età di 55 anni, in un modo che sarebbe ridicolo se non fosse, ovviamente, tragico. Dirigendo con il pesante “Baton da scena” un Te Deum di sua composizione, si colpisce accidentalmente un piede. L’infezione, trascurata, passa rapidamente in cancrena e Lully muore di setticemia a distanza di un mese dall’incidente. Da allora il Baton sarà sostituito dalla più sicura e salutare bacchetta corta.

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