Avevamo lasciato la Francia alla morte del “nostro” Lully,
parliamo un po’ adesso dell’altra grande figura francese dell’Opera settecentesca che
gli succede: Jean Philippe Rameau.
Rameau nasce a Digione il 25 settembre 1683.
E’ figlio di un organista che lo fa studiare musica in
Francia e a Milano.
Protetto dal mecenate Alexandre “Le Riche” de la
Pouplinière (Il soprannome gli viene dall’essere l’uomo più ricco di Francia
dopo Luigi XV) ne diviene direttore dell’orchestra privata.
La prima Opera lirica, Hippolyte et Aricie, la compone quando ha già 50 anni ma
da allora, divenuto compositore di corte, ne comporrà altre 9 e tutte di enorme
successo.
Di carattere litigioso e permaloso, Rameau era pure
estremamente tirchio, ragion per cui lavorerà molto spesso con librettisti
evidentemente “a basso costo” col risultato di produrre lavori molto diseguali
tra l’altezza della musica e la mediocrità del testo, non considerato,
evidentemente, altrettanto importante.
Rameau è ricordato anche per essere stato il protagonosta di due
grandi dispute.
La prima con i seguaci del defunto Lully, che trovavano la
sua musica troppo complicata e arzigogolata, mentre, di riflesso, Rameau
considerava Lully troppo leggero.
La musica di Rameau, considerato il vero inventore della
Tragedy Lyrique francese, era un continuo di arie e recitativi frequentemente interrotto
da danze e cori, dove la trama aveva carattere pretestuoso e la voce soccombeva
irrimediabilmente alla musica. Quasi tutti i suoi lavori sono in 5 lunghi atti
ad eccezione proprio della sua opera più celebre Les
Indes galantes, che è un ballet-heroique in un prologo e 4 atti. Nella
disputa con Lully la storia lo ha decretato comunque vincitore: lo schema
operistico di Rameau divenne il riferimento per il Grand Opéra dell’ottocento
francese.
Più curiosa la cosiddetta “Querelle des bouffons”, che contrappose Rameau
ad una serie di uomini di cultura francesi, tra cui Rousseau, che apprezzavono La
serva padrona di Pergolesi, schierandosi a favore dell’Opera buffa contro
la musica paludata e, a loro dire, anche un po' noiosa del compositore. L’opera di Pergolesi era
stata data come intermezzo dell’Aci e Galatea di Lully nel 1752 e aveva
avuto un successo di pubblico straordinario. La querelle finì solo nel 1764,
praticamente con la morte di Rameau il 12 settembre. Il mite Pergolesi, che era
ormai morto da oltre un ventennio, mai avrebbe immaginato che un suo intermezzo
scherzoso potesse dar adito a siffatta questione.
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